Piante velenose o piante non velenose ?
Il Foraging è la pratica di cercare e raccogliere erbe per usi alimentari o officinali. Tuttavia è importante sapere che identificare correttamente piante utili e non confonderle con piante velenose è una competenza molto delicata e che richiede una buona conoscenza delle specie vegetali. Confondere piante velenose con piante non velenose può portare a gravi conseguenze per la salute. In questo articolo illustreremo alcuni esempi di piante velenose che possono avere somiglianza con piante non velenose.
Atropa belladonna : comunemente chiamata Belladonna. E' questa una pianta molto velenosa, ma le sue bacche possono somigliare a quelle dei mirtilli che invece sono commestibili. La belladonna è estremamente pericolosa se ingerita
Mandragora officinarium : comunemente chiamata Mandragora.Le sue radici possono assomigliare a carote o altre radici commestibili, ma sono estremamente tossiche se ingerite. La pianta può essere confusa con gli spinaci a cui somiglia molto. Tuttavia ci sono delle differenze : innanzitutto la Mandragora fiorisce in autunno e le foglie sono bollose e non lisce e inoltre sono di forma ellittica e ricoperte di peluria bianca. Lo spinacio invece ha la foglia di forma triangolare ed è meno bollosa . La Mandragora si può confondere anche con la Borragine che ha foglie ovali e fiori blù. In Italia la Mandragora è presente in Puglia, Calabria, Basilicata , Sicilia e Sardegna.
Aconitum napellus : comunemente chiamato Aconito. E' questa una pianta molto velenosa poichè ricca di un alcaloide, l'aconitina, uno dei veleni vegetali più potenti: per un adulto la dose letale è di 3-5 mg (corrispondenti a circa 2-4 g di radice). Entro 30 minuti dall'ingestione parestesia con formicolio del cavo orale (simile all'effetto di una pila carica sulla lingua), poi anestesia, debolezza muscolare, insufficienza respiratoria e fibrillazione cardiaca. L'aconitina è ben assorbita dalla pelle: il semplice contatto con le radici può provocare disturbi e parestesie. Nei bambini i sintomi possono essere evidenti anche dopo il contatto con i fiori. Fortunatamente sono rari gli avvelenamenti derivanti da questa pianta e quei pochi casi che si verificano in massima parte si devono alla confusione che si può verificare con un'altra pianta invece commestibile , il Molopospermum peloponnesiacum meglio conosciuto col nome di Cicutaria fetida presente anche in Italia e nota prelibatezza gastronomica in Catalogna .
Conium maculatum : comunemente chiamato Cicuta maggiore. Pianta estremamente velenosa, già nel V secolo a.C. venne introdotta ad Atene la pena di morte tramite avvelenamento da cicuta; la vittima più illustre fu Socrate.
Le radici sono fusiformi e biancastre e potrebbero essere confuse con quelle della pastinaca (specie commestibile). La parte aerea invece dà difficilmente adito a confusioni, anche se le foglie potrebbero essere confuse con quelle del prezzemolo: il fusto ha delle strie rosse e basta strofinare le foglie per liberare composti volatili dal caratteristico odore di topo, dovuto alla presenza di acetammide.
Lactuca virosa : comunemente chiamata lattuga velenosa. La lattuga velenosa è un parente selvatico della comune lattuga da insalata: le parti aeree contengono un lattice molto amaro chiamato lactucopicrina. La pianta è nota per i suoi effetti psicotropi (specificatamente ipnotici o sedativi, effetti che sono spesso stati descritti come simili a quelli dell'oppio. Gli effetti ipnotici e sedativi sono noti anche in altre specie di Lactuca, anche se nelle normali lattughe alimentari tali effetti sono poco percettibili. Gli effetti dell'ingestione della L. virosa sono blandamente simili a quelli dell'oppio, anche se nella pianta non sono presenti oppiacei.
Si può confondere con la edule Lactuca serriola (lattuga selvatica)
La Lactuca virosa si può confondere con la Lactuca serriola anche se la prima ha le foglie più divise e lobate rispetto a quelle di Lactuca serriola e inoltre sia le foglie che gli steli della virosa sono spinosi
È una pianta erbacea dall'aspetto simile alla lattuga edule, ma molto ispido, alta fino a 1,5 m e diffusa negli incolti, lungo le strade evecchi muri dal piano fino a 800 metri di quota.
Colchicum autumnale : comunemente conosciuto come falso Zafferano. Il colchico, scientificamente noto come Colchicum autumnale, è una pianta che produce fiori di colore viola o rosa a forma di coppa. È noto anche come "zafferano d'autunno". Tuttavia, è importante notare che il colchico è velenoso e può essere pericoloso se ingerito. La pianta contiene sostanze chimiche come la colchicina, che può causare gravi intossicazioni . Lo zafferano, invece, è una spezia pregiata ricavata dai pistilli del fiore di Crocus sativus. È famoso per il suo colore giallo-arancione intenso e il suo sapore distintivo. Lo zafferano viene utilizzato in cucina per dare sapore e colore a vari piatti, come risotti, zuppe e dolci. È una delle spezie più costose al mondo a causa del processo laborioso necessario per raccogliere manualmente i pistilli dei fiori. In sintesi, il colchico è una pianta velenosa che produce fiori attraenti ma pericolosi, mentre lo zafferano è una preziosa spezia ottenuta da un tipo specifico di fiore e utilizzata in cucina per aggiungere sapore e colore ai piatti. Le due piante hanno usi e caratteristiche completamente diversi e non dovrebbero essere confuse tra loro. Le due piante si somigliano molto, tuttavia il Colchico fiorisce in Autunno mentre il Crocus invece fiorisce all'inizio della Primavera.
Il Veratrum è una pianta bella e imponente, ma altamente tossica per l'uomo e gli animali perche ricca di alcaloidi tossici tra cui sopratutto la veratrina. Ne esistono due specie, la album e la niger molto simili che differiscono solo per il colore dei fiori .
La pianta potrebbe confondersi col la comune Genziana sopratutto la Gentiana lutea Tuttavia esistono evidenti differenze botaniche tra le due specie :
1. Famiglie diverse, Melanthacee il Veratrum, Gentianacee la Gentiana lutea
2 Il Veratrum ha foglie grandi e lanceolate e alterne, quelle della Genziana sono più piccole e opposte e spesso disposte in rosetta basale
3 L'esposizione è diversa : mezzobra per il Veratrum che non ama il sole diretto, invece la Genziana predilige un'esposizione soleggiata
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